"Bruno - il bambino che imparò a volare" di Terranova N./ Amit O.*****

Capiamoci: c'è scritto che il libro è dai dieci anni in su, qui sul sito della Orecchio acerbo, ma non è così. Certo, a un basso livello anche un decenne potrebbe affrontarlo, ma sia per i contenuti, sia per le immagini, consigliate questo "Bruno" anche a un lettore almeno delle medie.

E non disdegnerei, tra l'altro, l'idea di leggerlo anche se si è grandi e vaccinati.

Se proprio devo trovargli un difetto, ma non voglio, potrei dirvi che si inserisce in un filone logoro e abusato, ovvero le piccole enormi, devastanti tragedie che come una marea di rivoli compongono il fiume devastante delle persecuzioni naziste. Ma se la storia è quella, non è una critica che si possa muovere, soprattutto quando, e io forse ho spoilerato un po', coi tag, il testo nasconde fino a metà libro quale sia la catastrofe che incombe su Bruno, un bambino dalla testa graaaande, che ha un rapporto con il padre che, a dir poco, può essere definito come visionario.

E infatti, là sopra vi ho lasciato uno dei primi disegni che incontrate, qui sotto ve ne lascio uno degli ultimi. Sono tutti molto belli e sono i disegni di Bruno, proprio, che ha una spiccata fantasia, ed è attraverso di essa che ha trovato la propia via, nella vita.

Perché sì, è una storia vera, quella di Bruno, e mi fa piacere copincollarvi ciò che trovate sul sito della casa editrice:

Un bambino, ebreo. La grossa testa lo rende incerto e impacciato nei movimenti, il carattere è schivo e introverso. Curioso e attento a ogni cosa che lo circonda, è affascinato dalle eccentriche stravaganze del padre, dalle sue stupefacenti metamorfosi. Lo perderà anzitempo, ma, non volendosene separare del tutto, farà rivivere nei suoi disegni e nei suo scritti la straordinaria capacità paterna di riconoscersi e identificarsi in ogni oggetto, in ogni animale, in ogni persona. Fino a una giornata d’autunno del 1942, quando un ufficiale nazista lo ucciderà per strada, nel ghetto di Drohobycz, una piccola città della Galizia Orientale. 

e vi invito anche a scaricare il pdf che trovate, dove ci sono parecchie immagini in più, che vi danno un'idea dei disegni... 

Sono disegni bellissimi, pieni di visioni, di immagini prese dalle parole per diventare altre immagini. Visioni, soprattutto, e sono disegni inquietanti, che non mettono certo di animo pacato, ma hanno, anche nelle tavole più allegre, un senso del perturbante non indifferente.

Bruno, a me, perlomeno, è parso un bimbo sempre in bilico, anche quando, a inizio libro poteva rasentare la spensieratezza e la felicità dell'infanzia.

Ma quando uno è - in qualche modo - diverso, non c'è mai quel senso pieno di leggerezza e gaiezza che, forse, nemmeno l'omologazione porta, ma almeno quest'ultima non fa sollevare dubbi e perplessità.

Direi basta. Un libro che mi è risultato, inizialmente, non leggero, nella lettura, perché mi ero approcciato come ho fatto con gli altri per bambini. Questo invece ha uno spirito diverso, e quindi, se vi capita di prenderlo, tenetene conto :)