scritto da Tiziano Scarpa e illustrato da Maria Gianola
nel 2011 e pubblicato da Gallucci editore nel 2011
nel 2011 e pubblicato da Gallucci editore nel 2011
per bambini da 3anni
La mia edizione ha 32pp,
è in cartone ed costa 13,00€
è in cartone ed costa 13,00€
Dentro ci trovate:
finte farolacce, amicizia, bei disegni
finta paura, qualche risata facilotta
finta paura, qualche risata facilotta
E secondo me:☻☻☻☺☺- testo
☻☻☻☻☺- illustrazioni
☻☻☺☺☺- idee
Giudizio: ☻☻☻☺☺
Avete presenti i bambini quando uno dice a voce alta caccapuzza e tutti ridono?
Ecco, si basa su questo concetto, questo testo di autore celebre, che se la gioca con rime come botto-scagotto, sbomb-scoreggiona supertromb, sbimb-scoreggina minitrimb.
Non so voi, a me non piace granché, questo schema, ma ai bambini sì, e boh, va bene. Nel complesso è un libro caruccio, ma la qualità è data soprattutto dai disegni, molto fumettistici, e decisamente accattivanti. Tipo quello che vi lascio lassù...
7 commenti:
Buongiorno, grazie della segnalazione. Mi spiace che lei si basi sul pregiudizio dell’“autore celebre”, che, mi pare, le ha fatto completamente perdere di vista il fulcro del libro. Si tratta di una piccola filastrocca che intende far cominciare a riflettere i bambini sulla forza delle parole, dei discorsi, degli atteggiamenti. Le parole possono anche fare del male. Ci sono persone sensibili, insicure, indifese, che vanno trattate con delicatezza. Bisogna conoscere il peso delle parole, la loro potenza. I bambini devono sapere che intorno a loro non tutti sono attrezzati allo stesso modo, ci sono persone molto sensibili che vanno trattate con molto tatto. Bisogna saper distinguere uno scherzo da un’offesa, un effetto comico da un trauma: in sottofondo di questa filastrocca, mi sembra evidente, si cerca di scongiurare fin dall’inizio la via che può portare al bullismo traumatico, a tutte quelle dinamiche di gruppo che tendono a sfogarsi sulle vittime meno corazzate, creando poi capri espiatori, e, nella prima adolescenza, arrivando a provocare isolamenti patologici (hikikomori) e suicidi. Lei, forse per una sua diffidenza verso il “celebre” autore, ha colto solo l’aspetto esteriore, trascurando per esempio le strofe iniziali della filastrocca, che descrivono uno scherzo espresso in termini troppo forti, che possono traumatizzare chi lo subisce. Insomma, la sua lettura è un po’ superficiale e faziosa, si concentra unicamente sulle “rime scoreggione” , dà una descrizione molto manchevole di questa piccola filastrocca: e comunque è vero che bisogna saper come rivolgersi ai bambini, c’è chi sa come coinvolgerli e chi no, e la comicità è una forza essenziale del linguaggio. Per il resto ha ragione, questo testo e le illustrazioni piacciono molto ai bambini.
Tiziano Scarpa
No... davvero... non ci posso credere. Perdere tutto questo tempo e righe per due righe in croce che esprimono un'idea molto soggettiva è proprio un grande onore.
Dunque.
No. Non c'è alcun pregiudizio di autore celebre, Bastava fare un giro su questo blog per accorgersene, perché ci sono validissimi testi di autori celebri prestati al mondo dei libri per bambini e giudicati positivamente. E' però realtà la differenza di prezzo del gioco editoriale basato sulla leva del nome conosciuto, a parità di tavole e di qualità del progetto.
Se ho "completamente perso di vista il fulcro del progetto" non ha molto senso articolare una risposta con di questo grado, mi pare ovvio che non ho i mezzi per comprenderla.
Purtroppo non ho alcuna idea dei fondamenti didattici e psicologici della filastrocca, ho una lettura superficiale e faziosa delle cose che si limita alle letture ai bambini presso le biblioteche e a registrare le loro reazioni e a come un libro viene colto e compreso. E confesso che uso come cavie per le letture le nipotine... Sono una persona orribile, lo so. :) Però, onestamente, tra le righe, ho colto solo molta boria e molto livore... e mi spiace, ma io, queste cose, anche se non so che cos'è l'hikikomori, le vorrei proprio lontane dai bambini. :(
Mandi!
Le chiederei, con un tono tranquillo, senza polemica, di leggere quello che è effettivamente scritto, senza fidarsi troppo di quello che pensa di aver visto "tra le righe".
La mia filastrocca è molto chiara, se ha voglia di rileggerla, cioè di leggerla davvero, potrà casomai verificare se corrisponde alla descrizione che lei ne aveva fatto nel suo primo post.
Non capisco dove siano la boria e il livore nel mettersi a spiegare le proprie ragioni, a me pare invece di avere dimostrato disponibilità (non dico "umiltà" perché mi sembra una parola un po' stucchevole, almeno nella facilità con cui viene usata oggi; ma disponibilità, sì; lei ha espresso un giudizio su una mia cosa, io l'ho letto e mi sono reso disponibile a spiegarle le mie ragioni: ho sbagliato?). Davvero ha visto nella mia risposta "boria e livore"? E dove, per curiosità? La sua espressione (e il suo metodo) di leggere "tra le righe" rischia di confermare che lei nelle cose forse a volte (non dico sempre, ma forse a volte sì) tende a vedere quello che vuole vederci lei, scavalcando quello che c'è effettivamente scritto. Se lei immagina che io abbia scritto il mio commento di ieri con un cipiglio negativo, qualunque parola che leggerà le sembrerà aver un tono un cagnesco. Immagini invece che io, anche adesso, le stia parlando con tranquillità, e vedrà che tutto suonerà molto più disteso. Si tratta di non essere d'accordo, tutto qui, non di esprimere "boria e livore" (no comment sul finale del suo commento, secondo cui divento quasi un mostro che esprime sentimenti negativi da tenere lontano dai bambini... Per fortuna i bambini apprezzano i due piccoli libri che ho scritto per loro, e chi mi sente leggerli in pubblico mi invita a leggerli nelle biblioteche e nelle scuole, è una reazione a catena contagiosa...)
Non c'è un "tra le righe", ci sono le righe scritte, le parole effettivamente presenti. Per esempio, a parte il mio commento di ieri, tornando alla mia piccola filastrocca non ci sono solo simil-parolacce comiche, c'è un'idea precisa (cominciare a insegnare ai bambini che le parole possono traumatizzare), e, per esempio, all'inizio della filastrocca si fa l'esempio di uno scherzo pesante che spaventa. Io chiederei solo che, potendo, si guardi quel che c'è scritto davvero, nelle cose che scrivo (e in generale anche in quelle degli altri), senza proiettare sui testi cose che non ci sono, senza basarsi su pregiudizi (come "l'autore celebre": non ha importanza se in altri casi lei ha dimostrato di avere questo pregiudizio; questa volta pare proprio di sì...), senza proiettare le proprie idee leggendo "tra le righe", e magari facendo una descrizione equilibrata, cioè senza forzare le cose facendo credere che un testo contenga esclusivamente una cosa e non l'altra.
(continua...)
(il commento era troppo lungo per i parametri del sistema, perciò l'ho diviso in due; ecco il finale)
Quanto al "perdere tutto questo tempo", mah, non so, ci vogliono cinque minuti a scrivere un commento come questo che sto scrivendo adesso o quello che le ho scritto ieri, almeno per me che ho familiarità con la scrittura (lo dico senza vantarmi; semplicemente, è la dimensione che frequento di più, per ovvi motivi).
Io ci tengo alle mie opere, sono il cuore delle mie scelte di vita, sono il centro della mia vita: davvero lei si sorprende che io le difenda, fosse anche discutendone con una singola persona come sto facendo adesso con lei? Non apprezza questo dialogo? Non le fa piacere che l'autore venga a farle visita commentando quello che lei ha scritto e esprimendo il suo punto di vista?
Ma in generale, perché, allora, "perde tempo" anche lei a parlare di libri di favole in rete? E' una perdita di tempo generale universale, allora, quella in cui siamo immersi tutti...?
Quanto agli hikikomori: le ricordo che stiamo scrivendoci in rete: se lei non conosce un termine basta cercarlo su google, in una frazione di secondo trova la definizione: ormai quando ci si parla in rete, si suppone che, per la facilità con cui si può verificare il significato di una parola (grazie a google) non ci sia bisogno di spiegarsi troppo: io credo che lei dovrebbe essere invece contento di avere imparato una cosa nuova: non pretendo che mi ringrazi, per carità, ma, vede, parlare è costruttivo, accresce reciprocamente la conoscenza. Insomma, non volevo dimostrare superiorità evocando termini strani: sono categorie precise che io conosco e che anche lei può rintracciare in una frazione di secondo. Forse potrebbe interessarle venire a sapere che quando gli autori scrivono anche delle cose minuscole come la mia filastrocca, lo fanno a ragion veduta, non tanto per mettere una "firma celebre" su una copertina, e hanno ben presenti i rischi dell'infanzia e dell'adolescenza, le patologie che possono aspettare al varco i bambini e poi i ragazzi, e qual è il percorso che porta a certe storture: per esempio, per l'appunto, un uso prevaricante e violento del linguaggio (magari anche solo per fare uno scherzo) che può essere traumatizzante per alcuni animi più delicati, e che, in prospettiva, nel corso degli anni, può portare a comportamenti sgradevoli o anche molto problematici (vedi hikikomori, suicidi, ecc.).
Anch'io vorrei tenere lontano dai bambini il rischio di traumi pesanti che portino, negli anni successivi all'infanzia, a patologie pesanti come quella degli hikikomori: anche per questo cerco di dare il mio (minuscolo!, intendiamoci) contributo scrivendo filastrocche e favole. Per questo a me pare che la mia piccola filastrocca sia un piccolo contributo che spinge i bambini a cominciare a soppesare le parole, a sentirne la potenza (a volte anche positiva, come quella comica) e, a volte, la violenza.
Un caro saluto a lei e alle sue nipotine
Tiziano Scarpa
correggo un refuso:
...come "l'autore celebre": non ha importanza se in altri casi lei ha dimostrato di avere questo pregiudizio; questa volta pare proprio di sì...
mancava un "non":
...come "l'autore celebre": non ha importanza se in altri casi lei ha dimostrato di NON avere questo pregiudizio; questa volta pare proprio di sì...
Quanto a un altro punto, lei dice:
"E' però realtà la differenza di prezzo del gioco editoriale basato sulla leva del nome conosciuto, a parità di tavole e di qualità del progetto."
Non so, non sono l'editore, e mi risulta che esistano centinaia di libri per bambini con testi ridottissimi, poche parole in tante pagine. Io per libri come questo (o altri molto più impegnativi, come la favola "Laguna l'invidiosa", che è piuttosto articolata) ricevo un bassissimo rimborso spese, assolutamente non all'altezza sia del lavoro sul testo ma anche del lavoro che implica poi andare in giro a impiegare giornate di lavoro non pagate per viaggiare e leggere questi libri in scuole e biblioteche (attività bellissima, sia chiaro; ma che non contribuisce certo a pagare l'affitto...) Al di là delle diffidenze e i pregiudizi sugli "autori celebri", in realtà la cultura in Italia si basa sul volontariato e sul tempo regalato.
non si arrabbi va, ma ho una vita e uso questo blog nei ritagli di tempo e solo come promemoria per segnarmi i libri e i soggetti da leggere ai bambini e non mi va sia fonte di polemiche soprattutto per due righe due molto soggettive e da non addetto ai lavori, le discussioni che saranno utilissime a chi passa, ma non leggerò :) A posto così. Buon lavoro e al prossimo lavoro!
Un abbraccio. :*
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