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venerdì 28 giugno 2013

"Di topi e leoni, di orsi e di galline" di Tolstoj L./Baldi B.**

Non mi è piaciuto... che vi devo dire. 
Bene i disegni, alcuni molto particolari, e forse anche adatti a una freddezza di fondo dei testi, che a modo loro, nella scelta, sono "russi" e vi si riconosce una tristezza di fondo. Ma a parte questo, alcune favole che sono già molto conosciute, e un paio di favole che invece sono poco ortodosse, a me non ha fatto impazzire, questa operazione.
Forse si perde qualcosa anche in traduzione, perché magari, gli intenti di linguaggio - semplice o semplicissimo - di Tolstoj, che magari hanno un senso per la lingua russa, ma tradotte, mi sembrano una riproposizione non troppo diverse da quelle che sono abituato a leggere.
E quindi?
E quindi niente, ho letto questo "Di topi e leoni, di orsi e di galline" (titolo bellissimo), ma a tratti mi sono annoiato, in un paio ho apprezzato, e in un paio mi sono anche intristito. Certo... sono consigliabilissime se sono una prima lettura di fiabe, questo sì. Da far leggere, per capirsi, a chi sta imparando a leggere, perché la piena comprensione lessicale (l'obbiettivo della semplicità del linguaggio è raggiunto, sia chiaro) aiuta e soddisfa, però attenzione, se è un qualche bambinello appena appena un po' più sgaio della media, te le tira in testa, mi sa.
E' tutto, direi, restituisco senza rimpiangere, magari riguardandomi i disegni, che invece meritano.
Ah, dimenticavo, di interessante ci sono un paio di pagine finali che ci raccontano di Tolstoj e di alcune curiosità sul perché e sul percome si sia messo a scrivere cose per bimbi. Vi do un consiglio, anzi... se vi capita di leggere questo libro, leggete PRIMA, la post-fazione, e tutto avrà più senso. :)

Di topi e leoni, di orsi e di galline
Testi: Lev Tolstoj
Disegni: Brunella Baldi
Edizioni Lapis
euri 14.50 - pp 56
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giovedì 27 giugno 2013

"Il ritorno del mostro peloso" di Bichonnier H./Pef*****

Io ho cominciato da questo, e mi è piaciuto tantissimo, ma va detto, che se proprio dovete leggerli, è meglio partire dal primo, Il mostro peloso, e poi, casomai, continuare con questa storia.
Alla fine, potrebbero stare entrambe su un unico libro e avere un senso, considerato che è una unica lunga fiaba. Anche qui il tema è la diversità, e se guardate bene, qui è ancora più profondo, il senso. Eh, sì, perché se nel primo libro Lucilla, la terribile principessina bambina dalla terribile rima - peli anche in cantina - addomestica il mostro e trova il suo principino e lo muta, per fuggire con lui, qui accade il contrario: l'accettazione è verso il mostro senza farlo cambiare.
E i disegni, qui, sono di più, più complessi, con una tavola divisa anche in tre, come quella che vedete, le cui braccia pelose che porgono dolci le incontrate solo voltando pagina. Ci sarebbe da dire, certo, sul ritorno del mostro peloso. Non ha, ovviamente, l'appeal delle rime e delle filastrocche del primo, e quando arrivano, a metà libro, ti ci sentivi orfano, ma sono un po' telefonate. Però va detto che tutti questi parenti del mostro peloso fanno uno schifo piacevole e simpatico, perché sì, insomma, non dimentichiamoci che son mostri, sì, anche se non cattivi.
E poi?
E poi niente, c'è solo da leggerlo e parlare in rima - peli più di prima - perché se non tiri fuori quelli - peli tutti belli - il mostro peloso non te lo godi - peli dal Bengodi.
Capito no?


Il ritorno del mostro peloso
di Henriette Bichonnier/Pef
Edizioni EMME
Euri 11.50 - pp. 40
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mercoledì 26 giugno 2013

"Il mostro peloso" di Bichonnier H./Pef*****


Dovrebbe bastare questa immagine, la filastrocca annessa e le mie cinque stelle per far capire che questo "Mostro peloso" è uno dei migliori libri per bambini che abbia letto finora. Benchè ci sia la versione grossa, la mia copia era piccolina, della collana Un libro in tasca, e forse, va detto, i disegni perdono un po' di fascino, visti più in piccino. In rete mi pare di aver visto anche la versione big, comunque.
Ma cos'à di bello, questo mostro peloso?
E' irriverente! Ma irriverente in modo dolce, mai fastidioso, e le negatività sono di tutti ma non nuociono a nessuno. Mi spiego... Il re è un pusillanime, okay, ma non ti sta antipatico, così come non è antipatico il mostro, benché sia brutto. E simpatica è anche la bambina, che s'infila di diritto tra le "enfant terrible" con le sue filastrocche. Non ha caso vi ho messo quella più simpatica di tutto, disegnata benissimo, secondo me, perché riesce a essere delicata pur con un culetto di fuori. E di buon gusto.
La storia? Un mostro peloso, ovviamente, cattivo e voglioso di carne umana, perché è sicuramente buonissima, ma meglio di quella del re, che cattura casualmente, è di sicuro la carne della figliola. E poi, miglior parte di tutte, c'è la filastrocca pelosa, che la cara Lucilla, senza mai perdere il sorriso, sciorina in faccio al poveretto. Com'era?
La sua testa era enorme e da essa uscivano direttamente due piedini piccolissimi. Per questo motivo non riusciva quasi a camminare, e se ne stava sempre nella sua caverna. Aveva una bocca molto grande, due occhietti azzurrognoli e due braccia lunghissime e sottili che uscivano dalle orecchie...
Bello vero? Vi dico già, quindi, che c'è pure la continuazione, il ritorno del mostro peloso, che ha pregi e difetti, rispetto a questo, scontando la mancata sorpresa, ma guadagnando in altre cose. Resta che questo libro è utilizzatissimo per rappresentazioni teatrali, o filastrocche da leggere, o da tradurre in altre lingue. Io, per dirne un'altra, ho provato a utilizzarlo per fare il simpaticone e devo dire che la cosa rende :)
E serve, un mostro come questo?
Altroché! Si capisce subito che è uno di quei libri la cui parte didattica mira a insegnare a gestire, conoscere, affrontare la diversità, cosa di cui gli adulti avrebbero tanto, tanto bisogno.

Il mostro peloso
Henriette Bichonnier - Pef
EL edizioni
Euri 6.50 - pp. 40
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martedì 25 giugno 2013

"Marameo! Non ci prendi..." di Palo Luboslav****

La forza, qui, è soprattutto nel disegno, fatto di veri e piccoli dipinti, come questo qui che era tra i miei preferiti, e anche in altri scorci, se volete, direttamente sul sito della Bohem Press. Disegno e testi sono di Luboslav Palo, e il libro è "Marameo! Non ci prendi...".
Di bello, credo, c'è che i disegni, con i loro contorni semplici, potrebbero essere facilmente riprodotti e dati da ri-dipingere. C'è una prevalenza, tipo il nero per il gatto, ma dentro ci trovate di tutto... la tecnica è mista, perché dentro ci ho trovato pennellate, anzichè la penna, piuttosto che spatola e macchie da spruzzo e sabbietta incollata... insomma... apprezzabile, davvero. 
La pagina qui sopra a me piace molto, ma ce n'è un altro paio che meritano. La storia? Una favoletta con protagonisti i soliti due sorcetti un po' scapestrati che come vedono una lunga non hanno di meglio da fare che tirarla, e poi... ovvio, inizio e fine li capite già dalla copertina e titolo, con l'unica aggiunta di un riccio. Politically correct, insomma... ma va bene così, ogni tanto. :)

Per acquistare
Marameo! Non ci prendi...
Testo e disegni di Luboslav Palo
13 euri - pp 32
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lunedì 24 giugno 2013

"Piccole Catastrofi" di Quarzo G./Carrer C.***

Filastrocche! Sei righe, tre rime, e tutte velate d'horror, o comunque d'un pochetto di nero, nel senso di noir. Ecco cos'è questo Piccole Catastrofi, testi di Guido Quarzo, sparsi in una quarantina di pagine e una trentina di personaggi, in una sorta di spoon river mescolata con gli sgorbions... ma senza schifosità e con una dose di ironia funerea.
E infatti, c'è scritto che è per bambini da 7 anni, perché, credo, bene o male sono filastrocche che hanno a che fare con la morte, o comunque in cui i personaggi hanno qualche disgrazia, tipo Saro Serpente, che s'è mangiato le mani, o Lisa Cipolla, che rischiò di annegare, o Gianni Calore, a cui il naso cascò... e via  di questo passo.
Che poi, se volete farvi un'idea, basta che fate un giro qui, su google plus, dove potete vedere tutto :)
Ma a parte google, vi posso dire che è un libretto piccolo, una roba che apparentemente è forse per bambini più piccoli, ma che nei disegni non è infantile, sono stilizzati, pieni di stile nero, con lettere stampate alla moda dei futuristi, e, in ogni caso, devo dire, che possono non piacere, ma che hanno il loro perché e non mi sento di discuterne il valore, anche se a me non è che fanno impazzire.
Divertenti... a volte sì, a volte neutre, ma mai vuote. Quindi dai, è promosso, come librettino, e forse potrebbe andare bene proprio per un bambino di prima elementare, che ha appena imparato a leggere, anche se di didattico non ha moltissimo, dal punto di vista contenutistico. Dal punto di vista del lessico, invece, anche sì, qualche parola nuova la si impara. 
Che altro volete sapere? Ah... peché diamine mi è venuto in mente di prendere un libro simile?
Era sabato, ero al lavoro ma si è trasformato nella sorveglianza, ovvero, un'ora seduto a rilassarmi e fare presenza. leggere? no, perché un'ora passa veloce, e allora, mi son detto... filastrocche. Perché la rima, passa prima! :D

Piccole catastrofi
Guido Quarzo - Chiara Correr
Editore Città nuova
Euri 6.20 - pp40

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domenica 23 giugno 2013

"Eccomi qua!" di Langreuter J./Habrock A.****

Ecco, se volete un libro che riesca a unire disegni pregevoli, un testo originale e a farlo in modo non del tutto scontato e politically correct, ebbene, questo Eccomi qua! potrebbe essere davvero ciò che fa per voi.
E' un peccato, per dire, che il titolo in italiano sia stato banalizzato tagliandone un pezzo. Perché? Schon warm da, Little Penguin, recita quello in tetezco... mentre quello in italiano non è riconoscibile. Non fosse stato per la copertina, forse non l'avrei preso... non ora, almeno.
Ma perchè vi dico che è bello?
Beh, l'immagine là sopra parla da sola. I personaggi sono quelli, espressivi e, per quanto l'ambientazione è il bianco e freddo e nevoso polo nord, colorati (guardate il coniglio in questa tavola e siate d'accordo con me). Ma è anche una questione di testo, e non solo di tratto. 
Perché il libro comincia con la volpe che trova un furgone in mezzo ai ghiacci del Polo.... punto. 
Non c'è un perché, non ci sarà. Non ci sono essere umani, solo questi tre animali che troveranno rifugio dentro all'abitacolo, e due pinguini, che invece stanno fuori, al freddo.
E se l'introduzione di un elemento così strano e inspiegato è già una figata, vi posso dire che il finale è irriverente, anche se, a suo modo, educativo.
Poi? Poi niente, è uno tra quelli che mi sono piaciuti di più, per ora, anche se non tutti i disegni sono così adorabili... però sappiate che c'è un pinguinetto che... ve lo raccomando!

Eccomi qua!
Jutta Langreuter, Andrea Hebrock
edizioni: La Margherita 
Euri 12.50 - pp 32
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sabato 22 giugno 2013

"Scappa Lampo!" di Weigelt U./Junakovič S.****

Io un quarto d'ora per parlarvi di un libro per bimbi me lo prendo. Questo, Scappa Lampo!, per esempio, che è bello, soprattutto per i disegni. 
Il testo è caruccio, ma niente di che, una fiaba, in piena fiaba-style, con morale (non ci si avventura da soli lontani da casa, perché per venirne fuori, dai casini, ti serve si l'astuzia, ma anche un po' di culo, se trovi qualcuno più astuto di te) e con animali parlanti e che seguono la loro natura.
E così abbiamo Lampo, il coniglietto che vedete qui in copertina, che se ne va a zonzo per i cavolacci suoi e chiaramente si perde e chi ti trova?
Ma la volpe!
E non solo la volpe...
Comunque, questa storia per bambini-ini, della Bohem press, diciamo per quelli di 4-5 anni, è piuttosto pregevole, a livello grafico. C'è una tavola meravigliosa, all'inizio del libro, che vi scanno, perché voglio che ne godiate anche voi (altre le potete vedere sul sito della bohempress, alla pagina del libro).
Che vi pare? 
Non è meravigliosa?
A me ha stregato, se fossi un illustratore e mi uscisse una tavola così mi bullerei per giorni.
A proposito, qui a illustrare c'è un tal Junakovič che pare non sia proprio l'ultimo arrivato, essendo già autore di Trovami se ci riesci, che vedrò di recuperare, essendo che la copertina è già una bellezza.
E che altro dire... ah sì, che per certi disegni, tipo questi, con sfumature e chiaro scuri, e tratti e proporzioni poco ortodosse, servono i libri grandi... è inutile, in uno piccolo non rendono.
Questo, per dire, è un 21x30, ed è giusto così, perché ci puoi mettere la mano intera sopra, e la puoi carezzare, quella meravigliosa volpe che forma una O...
E' tutto, ragazzi, mi lavo, mi cambio e vado a tenere la mia lezione reading, a Elementi Sotterranei...
Alla prossima!

Scappa Lampo!
testi di Weigelt Udo
disegni di Svjetlan Junakovič
32 pagine, 13.50euri
Bohem edizioni
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venerdì 21 giugno 2013

"Il mostro che amava le storie" di Sabine De Greef***

E già lo sapete che basta che ci sia la parola mostro, e io lo piglio, il libro per bimbi... E tra gli altri, eccolo qua, uno, con un titolo che non mi piace, come non mi piacciono tutti i titoli con il che dentro, ma vabbè, alla fine, non è che gli si poteva dare un altro, se non Il mostro che amava le storie.
Dice per bimbi da 4 anni, okay, ed è in effetti una fiaba da raccontare, che potrebbe essere usata in tanti modi. 
Valentino, il giovane che vedeti lì, a raccontare le storie al mostro, deve riuscire a liberare il regno da questo cattivone fatto di... tela!
No, no, tranquilli, non è nella storia, ve lo dicevo solo perché l'ho trovata la curiosità relativa a questo libro.
L'immagine centrale, quella dove si vede il mostrone alle prese col prode Valentino, ve lo scanno qui sotto e lo potete vedere, di che pellaccia è fatto, un vecchio straccio/vecchi pantaloni di velluto verde/le mutande che non mettete più (titolo buono per un altro libro) insomma... è anche utilizzabile come strumento didattico, volendo, ché puoi sfruttare i bambini per dargli gli stracci da buttare e dirgli di costruire i mostri ritagliando e incollando.

La fiaba è simpatica, in ogni caso, perché sì, dovete sapere che ci sono tanti modi per sconfiggere i mostri, e questo, ai bimbi d'oggi, glielo si insegna sempre meno, alla peggio finisci per dirgli che i mostri non esistono.
E invece Valentino sa, che i mostri ci sono, e trova il modo per uscirne vincitore. Il mostro migliore? Il mostro pauroso, di cui vediamo, in effetti, solo il culone in fuga. :)
Il libro è di Sabine de Greef, autrice e illustratrice, belga, e dal punto di vista grafico ho riconosciuto gesso e pastelli a cera. altre cose non so, ah sì, il gesso su tela, sì. Disegni molto infantili, ovviamente, ma adatti per i piccoli. Mi è piaciuto abbastanza, dài. Anche se nulla può competere, per ora, con il Mostro Peloso, che ho qui in caldo... 
Alla prossima, con sorprese, cari amici di blog che non vi interessate di questi post. ;)

Titolo: Il mostro che amava le storie
Autore: Sabine De Greef
Editore: Babalibri
Data di Pubblicazione: Gennaio 2005 - euri 12.50

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giovedì 20 giugno 2013

"Luca, la luna e il latte" di Maurice Sendak****

Continua il mio folle percorso nei libri per bambini, e sapevatelo, ve ne riempirò le scatole. E sapete perché?
Per una questione di immagine...
No, non avete capito, non di immagine del blog, né di etichetta, o di immagine da salvaguardare... il discorso è di educazione, all'immagine. Non so perché, ma io trovo che osservare le soluzioni di alcuni disegnatori, magari bravi, come il Sendak di cui vi parlavo un paio di post fa, sia piacevole e utile.
Ci siamo disabituati alla fantasia, diceva Calvino, nelle sue lezioni, ed è per questo eccesso di immagini, reali, il più delle volte, che sovrastano e riempiono.
Come riempire di sabbia i sassi, dove prima bisognava immaginare cosa metterci, nei buchi lasciati dalle irregolarità della vita.
E i disegni, quelli belli, con le soluzioni a problemi che non ci si è mai posti, ecco... io trovo siano belli.
Se li condividessero con me, penserei con gratitudine che mi hanno regalato una piccola cosa bella. E siccome è proprio la mission di questo blog, condividere piccole cose belle, ecco che vi parlo anche di questo Luca la luna e il latte, scritto e disegnato da Sendak, si diceva, edito sempre dalla Babalibri.

Non è bello come i mostri, certo, ma per certi versi lo ricalca, forse addirittura un po' si autoplagia, perché qui Luca si sveglia nel cuor della notte, incacchiato per i rumori che senti in cucina, ed essendo bianco come il latte, finisce, oniricamente, utilizzato al posto di tale ingrediente nella focaccia... e poi? Niente, vola via, plasmando un aereo non vi dico dove e trovando l'ingrediente mancante ai tre cuochi.
E cosa c'è di bello, in questo viaggio onirico di Luca?
Tanto per cominciare la continuità delle vignette, che vi metto qui di fianco in due delle quattro che secondo me sono tra le più belle. Niente di nuovo, okay, ma la burrosità dei disegni è adattissima alla sofficità del testo e la continuità dello sfondo da un'idea di movimento lieve... molto in linea con l'idea di sogno.

Poi?
Poi due domande, che è impossibile non farsi, ma che ci si fanno solo i grandi e non i bambini :)
La prima è: Perché non c'è la virgola nel titolo? La virgola dopo Luca, intendo.. ci va, okay, ma non c'è. Inutile cercare nel titolo originale (In the night kitchen) e quindi non so. Il titolo è così, punto.
La seconda domanda è se e come mai, per i tre cuochi protagonisti sia stato plagiato Ollio, ovvero Oliver Hardy... Vi metto qui la vignetta dove i tre vengono presentati. 
All'inizio ho storto un po' il naso, perché non capivo se era una citazione o una semplice somiglianza non voluta, poi, invece, il fatto che fossero tre, i cuochi-Ollio, e che fossero tutti uguali, mi è piaciuto.
A voi?
Vi faccio pure notare, già che ci sono, che mi piace molto l'idea di dare spazio e corpo al dentro delle vignette facendolo fuoriuscire dal confine, tipo il cucchiaio e il piede del primo cuoco, per dire. 
E poi? E poi basta... ho parlato tropperrimo! Libro carino, illustrato decisamente in modo adatto, e che, a dirla tutta, ti fa venire voglia di torte al burro!


Luca la luna e il latte
scritto e disegnato da Maurice Sendak
Bablibri
euri 11.36
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mercoledì 19 giugno 2013

"Alfons Aberg, c'è un fantasma?" di Gunilla Bergström**

Si può scrivere un post in dieci minuti prima di scappare al lavoro? Sì, anche perché mica posso perderci mezzore in questo librettino cartonato per bambini, diciamo pure dai 4-5 anni in su.
Non mi è piaciuto del tutto.
Serve a venire a patti con le paure infantili, okay, questo Alfons Aberg, c'è un fantasma?
E vi dico subito che il suo potere è la serialità, e forse, anche un essere stato animato.
Buttatevi un occhio al sito ufficiale, dove in una lingua che si avvicina all'ostrogoto c'è di tutto e di più.
In realtà, Alfons, svedesino figlio di codesta Gunilla Bergström, è un piccolo vip, o per lo meno, ai tempi andati - tardi anni '70 - si era beccato pure l'onore di una serie a cartoni animati, immagino siano tipo questi che trovai sul tubo.
Insomma, non sarà un caso se questo Alfonso è finito in una collana di "classici moderni per bambini", assieme, per dire, al nostro Rodari e a Mauri Kunnas e ai suoi gnomi. 
Ma perché non mi è piaciuto del tutto... non so.
Disegni, soprattutto. Anche da bambino, questi disegni non mi piacevano. Non so. li trovavo, ingenuamente, malfatti. Pensavo, ma possibile che non si puà far meglio?
Ora che son che sono fatti apposta, che sono uno stile e blablabla, penso però la stessa cosa:
possibile che non si può far meglio?
I colori puri mi vanno benissimo, per dire, e anche il protagonista, è ottimo.
Guardatelo qui, in questa tavola, dove la mescolanza con un segno più reale è piacevole, da vedere. Poi però il fantasma mi ha lasciato un po' così e allora non so, probabilmente è solo questione di pelle: c'è approssimazione che mi piace, e ce n'è che mi piace di meno. :)
La storia? Niente, Alfons, grazie al papà e a una filastrocca-formula magica, scopre che i fantasmi non esistono... Ah, ecco, questa temo sia la questione... il libro è sbagliato in partenza: come puoi insegnare a un bambino a venire a patti con gli spettri, se gli dici che non esistono? :)

Alfons Aberg, c'è un fantasma?
Testi e Disegni: Gunilla Bergström
Edizioni: Il gioco di leggere 
euri 10.90 - pagg 28
Da 3 anni

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martedì 18 giugno 2013

"La leggenda del pescatore" di Fiona Moodie***

Si può aggiornare il blog in un quarto d'ora?
Non lo so, ma ho deciso di sì.
Anche perché mica posso far ammuffire tutti questi libri bimbeschi qui vicino? Altrimenti poi i personaggi si mescolno e viene fuori un casino... o anzi, vien fuori un libro nuovo che ti rincorre nei sogni fino a mutarli in incubi!
E allora vi dico che ho letto anche questa fiaba del pescatore, che poi, devo ancora capire se il testo è una rivisitazione di una nostra fiaba classica. cosa che penso, oppure no. Anzi, ora vedo... Ecco, titolo originale dell'opera Ein Fischermarchen, ed è stato adatto da un paese pieno di mare... la Svizzera!
Ne ho letta una versione un po' diversa, in giro per la rete, e non capivo se era questa, non citata, o se invece è semplicemente una delle tante varianti di una fiaba che - invero - ha molteplici versioni, un po' in tutti i luoghi di mare.
I protagonisti sono sempre loro, Rosa e Giuseppe, e sono una coppia felice, pescatore lui, casalinga lei, che è costretta a venire ai patti con l'antichità del mare. In particolare, le sirene, come si vede già dalla copertina, che la rapiscono e non gliela vogliono restituire.
In questa versione tutto è piuttosto piano, a livello di cattiveria. Le sirene non sono cattive mai, e anche la tristezza di Rosa, che ha nostalgia del suo Giuseppe e non può ritornare umana, ma è stata trasformata in sirena, non è una tristezza che fa male. Leggo, per dire, questo testo con variazione, in cui la buona Sirena è tutt'altro che piacevolmente mutata, ma la mutazione fa rima con maledizione.
Tutte queste chiacchiere per dire che non ho da dire sul testo, che è invero abbastanza da fiaba classica, e infatti, questo l'avevo pigliato per i disegni, che Fiona Moodie rende piuttosto bene. Sono originali, e anche se non sono moltissimi, sono piuttosto particolari, caratterizzati da moltissime sfumature e una assenza di prospettive, ma anche di espressioni dei volti, che assieme a una stilizzazione mica da ridere li rende riconoscibili. Certo, non sono molto "rotondi" e secondo me, un bambino, non riesce ad affezionarsi, se è piccolo, perché sono un pochettin complessi.
Come al solito ve ne scanno uno, che a me piace particolarmente, anche perché, sapette benissimo che l'unico obbiettivo di questi post è farvi vedere dei disegni! :)
Okay, il quatro d'ora è passato.
Denti-lenti-vestiti e vie a vore!
Ciao carucci!

La fiaba del pescatore
di Fiona Moodie
Edizione Arka - 1982
Euri 12.39-


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lunedì 17 giugno 2013

"Il lupo ballerino" di Marshall J./Sendak***

Mi dico sempre di stare poco, con questi post, e invece sto troppo. Ma suvvia, che ci volete fare, almeno, anche se non li leggete, potete sempre guardare le figure!
Comunque la faccio breve sul serio.
Va da sé, che dopo aver scoperto Sendak sono andato a cercarmi le sue cose, e tra le altre c'era anche questo Il Lupo Ballerino, sempre della Babalibri, disegnato da Sendak ma scritto da un tal Marshall...
Non è male, no, ma dei tre recenti è quello che mi è piaciuto di meno. I disegni fanno un po' storia a sè, nel senso che non posso dire che non siano coerenti e stilisticamente riconoscibili e particolari, ma non posso dire nemmeno che mi piacciano. 
Hanno una certa maialosità che potrebbe essere vista anche in positivo, visto che i co-protagonisti del nostro lupo son quasi tutti maiali; eppure non mi hanno fatto impazzire... 
Forse sono io, che soffro un po' il riempimento, e le vignette gonfie, schiacciate di dettagli, soprattutto scritte, mi lasciano un po' freddo, benché capisca, qui, il senso di darmi un certo favor teatrale, data l'ambientazione,

E la storia comincia in modo classico, anticipata anche troppo dal titolo italiano (quello originale era Swine Lake) con un Lupo senza nome rognoso e affamato che in cerca di cibo e fortuna per la città capita a teatro... in uno spettacolo fatto solo da porcelli e porcelle, e figuriamoci che fame...
E peccato che lo spettacolo del "Lago dei suini" gli fa un altro effetto, che potete immaginare.
E in mezzo agli odori e alla eleganza porcellesca il libretto si riabilita nelle ultime vignette. Un paio, secondo me, sono particolarmente riuscite, e il lupo che pare volare sopra i malalozzi è carito.
E' tutto... piccola pecca, a mio avviso, nella storia, dove c'è un buchetto, ovvero il Lupo viene dato per affamato subito, e poi non mangia più e passa parecchio tempo, e io penso che anche a un bambin venga da chiedersi se e cosa mangia, il poveretto, essendo che i maiali pare non volerli/poterli toccare.

Bene, è tutto, vi scanno un disegno in più, per darvi l'idea della pienezza del quadro e della mailaosità dei teatranti. Al prossimo libro illustrato, carissimi! E io mi vado a leggere un po Poe de copioni!

IL LUPO BALLEdaRINO
Disegni: Maurice Sendak
Testi: James Marshall
Babalibri, 2003 (originale del'99
13 euri
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domenica 16 giugno 2013

"L'arancia dalla goccia d'oro" di Pestrin L./Colonnello M.G.***

Ho cominciato, da ieri, pure il lavoro nella biblio numero due. Mi ero ripromesso, il primo giorno, di non fare il solito malato di libri per bambini, e non portarmene subito a casa uno. "L'arancia dalla goccia g'oro" di Luisa Pestrin e illustrata da M.G. Colonnello. Ma poi, la scorta era finita, c'era questo, che gironzolava appena restituito, e mi son detto: me ne fotto, lo prendo e me lo autc    ccco presto.
Non è granché, anche se va valutata come favola, con la sua bella morale, e la struttura di fiaba appena appena sfumata, come i disegni, del resto.
Disegni che sono tutti legati da quel tipo di tinta, tra l'ocra e l'arancio, e da quel tipo di sfumature.
Dico che non è granchè anche se, ovviamente, non dovrei dare questi giudizi, visto che non ho certo l'età per giudicare, né la capacità mentale di raggiungerla, che si otterrebbe poi con l'esperienza, in mancanza dell'età.
Ma al di là di questo, vi posso dire, e come a solito ecco un altro disegno, che sì, questa fiaba ha un paio di spunti più che interessanti (l'egoismo del re, per esempio, o la simpatica scorpacciata che fa fare ai suoi subbiti) ma poi, dalla metà in più sfuma velocemente verso il già sentito, per risollevarsi sul finale. I disegni sono carini, ma restano un po' scarni, in alcune pagine.
La trama?
Cominciamo dall'incipit, molto bello:
C'era una volta un re c'e viveva col suo piccolo principe in un castello bellissimo.
Sicccome il castello era molto come grande e non poteva ridipingerlo spesso, lo aveva circondato di alberi di arance e in autunno era tutto di colore arancione..
Poi? Poi niente, il principino si sente solo, e si fa per amico un fringuello, che gli svela l'esistenza di un'arancia dalla goccia d'oro.
Insomma... immaginatevi voi come va a finire, sapendo che quasi subito il Re diventa possessivo ed egoista.
E infine?
E' una leggenda a lieto fine, tranquilli.
E su questo vi saluto anche, chê ho solo dormicchiato e direi che vado a farlo su superfici piane. :)
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sabato 15 giugno 2013

"Jacum dai Zeis" di Morgante G./Rossi G./Moretti P.***

Jacum dai Zeis... chi era costui?
Lo conoscono in molti, moltissimi, nei miei paraggi, e lo vede qua sotto, in questa foto rubata al museo etnografico, su in Castello a Udine. Però non è che vi sto per parlare di un personaggio, no, ma del solito, serale, libro per bambini... una produzione del progetto integrato cultura, dal titolo, appunto, Jacum dai Zeis, prodotta per l'infanzia, in cui mescolato all'aspetto narrativo c'è un aspetto didattico prevalente, nonché linguistico.
Però magari due cose su Jacum ve le posso dire.
Tipo che i miei nonni, talmassonesi, abitavano vicino a via Jacum dai Zeis, e che - da piccolo - pur scoprendo in seguito non fosse vero - mi hanno sempre spacciato che Jacum fosse nato a Talmassons (e invero, lo sono i suoi eredi, attualmente).
Perché? Chi era costui, così apprezzato da raccontar balle per accaparrarsene i natali?
La verità storica, infatti, è che è un venditore ambulante, borderline, di ceste fatte in vimini, ma anche altro (era un trafficone, suvvia, uno che vendeva e comprava di tutto, credo) che a Talmassons andava settimanalmente, per il suo giro, pur essendo nato a Paradiso.
Vi dico subito, che essendo mia madre, cresciuta con i suoi racconti, venuti per via diretta da mio bisnonno, che a quanto pare era un po' trafficone pure lui, e con Jacum aveva parecchio da spartire, quando passava a Talmassons, dicevo, essendo tutto ciò, io con i racconti di Jacum ci sono cresciuto, ne più ne meno che con il Pieri delle fiabe o tutti gli altri soliti, grimmanderseniani.
Non vuole, questo, essere un post per dirvi chi era Jacum, che non lo so molto bene. Ci sono altri link, tipo questo, dei ragazzi cre attivi, o la piccola bio, o tutte le storie legati ai suoi scherzi e alle sue mattane. Tipo questa, in friulano, che trovate qui nella pagina dove vedete un monumento dedicato a Jacum, in cui dopo aver rubato una camicia al prete, che era stesa ad asciugare, il giorno dopo sostenne questo dialogo:
Prete: Allora Jacum, come va?
Jacum: Mi sta un po' comoda di collo...
Prete: Ah, Jacum, tu hai sempre una delle tue!
Jacum: Eh, no, ilustrissimo, stavolta è una delle sue!
Insomma, cose così. A decine. Molte delle quali perse, smarrite nelle tombe dei nostri nonni e non più recuperabili. Io ricordo sempre con piacere quella di AIUT, ovvero il suo grido, per le vie del paese, a squarciagola, che pareva chiamasse aiuto, mentre poi, quando tutti uscivano di casa, lui diceva "Aiut, aiut di chel piçul!" ovvero, stava vendendo aglio (Ai, in friulano) di quello piccolo, ovvero aiut.
Bene... ora che sapete tutto ciò, veniamo al libro.
- è in friulano (perché parlar di Jacum, in italiano, non ha alcun senso)
- è un cartonato grosso, resistente, quadrato, con inserto
- era un progetto per diffusione culturale, e quindi gratis, chi ce l'ha ce l'ha, chi non ce l'ha si attacca, ma lo trova per le scuole e per le biblioteche
- ha scopi linguistici e didattici, soprattutto nell'insegnare i mestieri e i colori e a leggere e scrivere.
- ha disegni particolari, per illustrare queste quattro storie, che non sono i classici segni del bel disegnare, ma mescolano arte infantile a una vena naive/surreale e io trovo belli e riusciti: per infanzia, ma senza essere banali. 
- ha un elevato contenuto valoriale, nel senso che si sottolinea la bellezza della località, la bontà e la generosità di Jacum
Basta, è tutto. Vi potrei dire, come dice mia mamma, che Jacum, purtroppo, è morto in ospedale psichiatrico, ma anche questa cosa non so se è vera o se è solo l'ennesima chiacchiera. 
Difetti del libro, uno, soprattutto. Delle quattro storie solo una è una vera storia di Jacum dai Zeis, quella in cui spacciò delle zucche per uova d'asino (ovviamente, non erano tutte cose vere, né sue, ma lui le raccontava come se) che è, per certi versi, esilarante. Le altre tre sono descrizioni di presentazione. Io avrei preferito che i rapporti fossero invertiti. 
Bene. Post lunghissimo.... ma almeno sapete chi era Jacum, e se un giorno scriverò un romanzo in friulano, magari, il protagonista sarà lui. Magari, intanto, potrei scriverci un bel racconto... ora che, avete visto, l'Osteria ha riaperto i battenti!

Edit: visse, in effetti, per gran parte della vita, a Talmassons.
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venerdì 14 giugno 2013

"L'isola di Mostrilia" di Yvan Pommaux***

E come sapete, io continuo imperterrito a portarmi a casa libri per bambini. Li utilizzo come defaticamento mentale
Funziona così: fai la doccia, prendi da bere, metti un cd di roba tranquilla (radiohead vecchi, stavolta, ché l'altra avevo ficcato i doors e dopo tre giorni ne è morto uno) e vi leggete un libro illustrato, nudeggiando tra le lenzuola fresche. Tanto ci si mette 3-5 minuti... o magari qualcuno di più, se fate le pause, come me, vuoi per scrivere stronzate in giro, o per grattarmi il patato, o semplicemente per guardarmi meglio i disegni e pensare al loro perché e il loro percome (e insomma, okay, tipo questo, sono libri per età consigliata di 4 anni, lo so, non serve prender in giro se ci metto un po' di più)

Ed è stato il turno, l'altro ieri, mi pare, di questo libro francese, L'isola di Mostrilia, della Babalibri, scritto e illustrato da Yvan Pommaux. Vi dico già da ora che ho un debole per chi scrive e illustra... non so perché, sarà un po' per averci provato e voler continuare con i miei cifro e baleno, che trovo in questa pratica un non so che di estremamente artistico, un po' come dipingere, dar vita a un quadro quando vuoi raccontare qualcosa e scegli come fare. 
Ma questi devono essere post corti, scusate, stavo già divagando.
Allora, la faccio breve.
L'incipit è questo:
«Di questi tempi i bambini sono tutti imbranati», sostiene Pelogrigio. 
Ed è un topo, che parla, che assieme al suo compare, Pelorosso, ci racconteranno la storia con una narrazione a tutta o mezza pagina, ma sempre libera, spesso accompagnata da immagini senza contorni regolari. Capite subito l'idea di fondo, che vede i due protagonisti Anna e Andrea, finire in una barca e arenarsi sull'isola di Mostrilia, che ovviamente è chiamata così per il mostro che vi dimora. Chiaramente dovranno arrangiarsi e scappare, aiutati, di nascosto, dai due narratori, e dal peluche di Anna (Un leopardo, okay, non è una tigre ma...) che chiaramente può parlare con i due topi e agire (Winnie poh e Calvin & Hobbes, a quanto pare, sono fin troppo vicini, persino nel tratto)
A parte la storia, quindi, che è carina ma niente di che, diciamo un'avventura alla Sawyer con in più un mostro, vi dico che ho salvato e salvo questo bel libretto per un motivo.
E' strutturato con il duplice utilizzo di fumetto (esterno ai narratori) e dialogo narrato, e porta a una lettura doppia, che è piuttosto interessante e secondo me, per un bimbo, quasi didattica.
Detto questo, non solo vi informo che ho un peluche nuovo Leopardo gigante che chiamerò Leo Bardo, ma visto che ho citato Calvin and Hobbes, non solo vi lascio con lo scan di una pagina che mostra l'utilizzo del doppio binario, e così vi fate un'idea, ma soprattutto vi dico che non uscirà il film, di Calvin and Hobbes ma che c'è un bellissimo trailer fake, se ho ben capito, che potete guardarvi qui sotto

Ah, dimenticavo
L'isola di Mostrilia
di Yvan Pommaux
euri 14.50 - Babalibri



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giovedì 13 giugno 2013

"Buon appetito, Signor Coniglio!" di Claude Boujon**

Un post breve breve, perché i libri me li devo tenere un po' meno, sennò i bambini restano senza, scoprono che li ho io, organizzano una spedizione punitiva e mi vangono a cavare i l'ombelico passando dagli occhi.
No, okay, non sono così cattivi... per ora.
Non per questo "Buon appetito, Signor Coniglio!" che è un libro di un francese, artista pittore disegnatore e blablam vissuto nel secolo scorso, che qui, almeno a me, non è piacuto molto. 
Il testo è per bambini dai tre anni, eh, quindi okay, molto piccoli.
E gli scopi sono didattici (insegnare animali abbinati al disegno) e insegnare a mangiare le carote (al coniglio) e in generale a ognuno il suo cibo.
Il testo, insomma, non è male, e raggiunge bene i due scopi.
I disegni, invece, non mi hanno fatto impazzire, vi dicevo. Dei pastelli a cera, a occhio, con tratto rapidizzimo e stilizzato e molto infantile, ma non ce n'era una, delle tavole, che mi è rimasta addosso.
L'ho dovuto riaprire, per parlarvene. 
Certo, forse una centrale, da due pagine, con disegnata la balena, merita la lettura e più che altro è un libro da dare ai bambini per guardare, lasciarglielo lì, a immaginarsi da soli i dialoghi tra Signor Coniglio e gli altri animali. Vabbè, come al solito vi metto un'immagine scannata, che piace a me, e in cui c'entra la banana, anche se io, adesso, sto mangiando latte e cucchiaiate di nutella, che forse non è una buona colazione e facevo meglio ad andare a dormire.
Ma ci son troppe cose da fare... e ormai,chi dorme più.
Chiudo dicendovi che forse questi post spariranno, così potete tornare a godervi solo i libri normali, quelli coi colori dentro, e non fuori. Ma si vedrà...
Chiudo dicendovi che comincia con: Il signor coniglio è stufo di mangiare carote. Esce di casa per andare a vedere cosa c’è nel piatto dei vicini e così sapete già di che parla.

di Claude Boujon
dai 3 anni, Babalibri
euri 10.50


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martedì 11 giugno 2013

"Nel paese dei Mostri Selvaggi" di Maurice Sendak

nel paese dei mostri selvaggi
Scritto e illustrato da Maurice Sendak,
Pubblicato nel  1963 edito da Babalibri
per bambini da3anni
è in cartoncino
 costa 12€


E secondo me:
☻☻☺☺☺- testo
☻☻☻☺☺- illustrazioni
☻☻☻☺☺- idee
☻☻☻☺☺- prodotto

Giudizio: ☻☻☻☺☺

Si può comprare qui

E due parole il libertà sul libro:
bla bla

In realtà, ho appena finito di scrivere l'altro post, quello sulle cacche, e già comincio questo, che comunque finirò domattina, ma magari voi lo leggerete più dopo, non so, si vedrà...
Diciamo che ho preso in mano questo libro per purissimo caso. Mia sorella mi aveva ingaggiato per trovarle dei libri dei viaggi di Gulliver con delle illustrazioni per disegnare non so che diamine di cosa e io mi sono preso il mio libro della serata, Nel paese dei mostri selvaggi, di Maurice Sendak.
Ovviamente, l'ho pigliato perché ho letto la parola mostri, ho guardato la copertina e mi son detto: MIO!
E vi dico subito che è stata una scelta azzeccatissimissima.
Perché prendendolo a caso, solo in quanto SENdak è abbastanza vicino a SWIft, mi sono imbattuto in uno dei pezzi da novanta per la narrativa illustrata per bambini.
Sì perché cis ono una vagonata di cose che nono sapete e che potreste sapere, su questi Mostri Selvaggi dello scrittore yiddish americano, che poi ci ha lasciato più o meno un anno fa.
(e che, prendo da Babalibri, "A 31 anni ha già illustrato una cinquantina di libri. Ispirato da tante cose – da Mozart a Topolino passando per Henry James, il romaticismo e i film di mostri")
Il titolo originale è "Where the Wild Things Are" che poi è anche una canzone dei metallica contenuta in ReLoad (e a me vien da sorridere se penso ai Metallica che si leggono questo libro).

Il libro è del 1963, i disegni sono dello stesso autore, e inizialmente è stato criticato e non voluto perché si riteneva che i mostri facessero paura ai bambini... ma vi rendete conto? I bambini, tipo io, adorano i mostri!! Bisogna avere uno spirito tollerante e ebbro di fantasia, una visione candida e una curiosità effervescente e insaziabile, e allora adorerete i mostri (il vostro sogno, magari sopito, sarà scoprirne l'esistenza). Ecco perché possedere una copia originale del '63, ora, di questo libro, è un qualcosa che vale più di 10mila dollari (decimo libro più costoso al mondo, primo per ragazzi).
Insomma... cominciate a capire perché io, per puro caso, abbia lenito un po' la mia ignoranza. :)
E se volete, diventerete colti anche voi, soprattutto se vi leggete la wiki, che basta e avanza per alcune curiosità.
Per esempio che questi mostri sono stati citati dai Simpson in una puntata, ma anche da South Park.
O per esempio che esiste un film, sì, film, che almeno a giudicare dalla fotografia che vi riporto - ma ne trovato molte altre in rete - è tutt'altro che brutto e poco ispirato.
Anche perché, per dire, i mostri del film hanno i nomi, e quali nomi potrebbero avere se non alcuni simili a quelli dei parenti di Sendak, che poi sono stati i veri ispiratori dei disegni!
Insomma, praticamente viene fuori che sarò l'unico a non conoscere questo libro famosissimo... e vabbè, pazienza, ora ho rimediato e ho tutta l'intenzione di vedermi il film.
Del libro vi posso dire tranquillamente un po' di trama, visto che Max, un bambino un po' pestifero, si traveste da lupo e comincia a fare il disgraziato per casa, rincorrendo il cane con la forchetta, si becca del "Mostro selvaggio" dalla madre e lui per tutta risposta le dice che la sbrana! 
A letto senza cena, quindi, e da lì parte l'avventura di Max, nel paese dei Mostri...
Fantasia, insomma, mescolato a un po' di intento educativo e cuor di mamma finali. Ma soprattutto fantasia e disegni. Con un testo brevissimo ma che vi dici cose come questa:
E appena arrivato nel paese dove abitano i mostri selvaggi quelli ruggirono terribilmente, digrignarono terribilmente i denti, rotearono tremendamente gli occhi e mostrarono gli artigli orrendi.
Direi che è tutto. Vi lascio con un disegno finale, , anche se secondo me, il migliore dell'opera non ha i mostri ed è quello in cui la foresta cresce nella camera di Max e vi lascio anche con una curiosità che riguarda Obama.

NEL PAESE DEI MOSTRI SELVAGGI
di Maurice Sendak
Babalibri
12euri

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