A volte il genio e la perfezione sono già nell'incipi, nella prima pagina, in una riga soltanto, in mezzo alla carta bianca, questa:
C'era una volta, un piccolo tirannosauro che non aveva amici perché se li era mangiati tutti.
E poi guardatevi e leggete i 2/3 di pagina che vi ho scannato qui sopra, per immaginare come continui la vignetta, con un disegno che non sarà il più originale del mondo ma è arioso e icastico, soprattutto nelle espressioni dei due protagonisti: il piccolo tirannosauro e Mollo, un topolino che conosce - così dice lui - una formula magica per non farsi mangiare.
Ce la farà a insegnare al suo nuovo amico tirannosauro a non mangiare di volta in volta i propri amici? E come?
Rinunciando a qualcosa, certo, e a piccoli passi, perché è così che si ottengono le cose. Questo il messaggio de "L'amico del piccolo tirannosauro", messaggio sanissimo, ma non certo reso con banalità, perché vi lascio immaginare cosa succede all'amichetto orecchione (che bestia è, tra l'altro? disegno geniale!) che vedete là sopra, con la faccia beata.
Che altro dire?
Poco. Perché spesso le cose migliori sono quelle che hanno bisogno di meno parole, e questa storiella in cui compaiono un topolino, un tirannosauro e un essere indefinito e in cui il sorcio, come un mago provetto, insegnerà a T-rex la ricetta (e proprio una ricetta, eh, con tanto di torta) per non offendere gli amici (mangiandoli), è una storiella breve, ma con il gran pregio della semplicità.
Testi di Florence Seyvos
Disegni di Anais Vaugelade
ed. Babalibri
euri 13.00 - pp 40
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